PS5 Pro e quattro giochi che non conoscevi
Ah con il prezzo di PS5 Pro potreste comprare 100 indie da 8€, sapevatelo.
Amiche e amici sono tornato! Siete contenti? Spero proprio di si. Un caro saluto a chi mi segue assiduamente e un caloroso abbraccio ai nuovi arrivati che spero non si trovino troppo spiazzati da questo numero di “rientro”.
Senza altro indugio veniamo al succo della newsletter che, udite udite, vede il ritorno della tanto attesa rubrica La Strambata.
Buona lettura!
La Strambata: PS5 Pro, l'evoluzione che non ti aspettavi (o forse sì?)
Cari appassionati di videogiochi, Sony ha finalmente svelato la tanto chiacchierata PS5 Pro. Come da tradizione per le console "mid-gen", promette di essere più potente, più veloce e... beh, più costosa.
Mark Cerny, il guru tecnologico di PlayStation, ci ha presentato questa nuova meraviglia in un video di dieci minuti, descrivendo miglioramenti che sulla carta sembrano impressionanti. Ma come spesso accade, la realtà potrebbe essere un po' meno entusiasmante.
La PS5 Pro vanta un significativo aumento delle prestazioni grafiche, con particolare enfasi sul ray tracing. Tuttavia, il vero tallone d'Achille sembra essere la CPU, che ha ricevuto solo un modesto incremento di frequenza. Questo potrebbe significare che giochi particolarmente esigenti dal punto di vista della CPU, come il tanto atteso GTA 6, potrebbero ancora faticare a raggiungere i 60 fps.
Il prezzo di 799€ ha fatto alzare più di un sopracciglio. È certamente una cifra importante, soprattutto considerando che molti giocatori potrebbero chiedersi se vale davvero la pena fare l'upgrade dalla PS5 standard.
Ciò che mi lascia perplesso è il posizionamento di questo prodotto nel mercato attuale. Con l'avvento del cloud gaming e la crescente potenza dei PC, ci si chiede se una console "intermedia" abbia ancora senso. D'altra parte, per i nuovi acquirenti o per chi cerca il massimo delle prestazioni su console, potrebbe rappresentare un'opzione interessante.
In conclusione, la PS5 Pro sembra essere un prodotto di nicchia, pensato per gli enthusiast e per chi non ha ancora fatto il salto alla current-gen. Per gli altri, potrebbe essere più saggio aspettare la prossima generazione vera e propria.
E voi cosa ne pensate? Siete pronti a fare l'upgrade o preferite rimanere fedeli alla vostra PS5 "vanilla"? La discussione è aperta!
SCHIM: Un'ombra di potenziale inespresso
SCHIM si presenta come un intrigante puzzle-platformer con una premessa affascinante: sei un'ombra senziente che deve saltare da un'ombra all'altra per ricongiungersi alla persona a cui appartieni. Un'idea promettente che purtroppo non riesce a brillare come avrebbe potuto.
Il gameplay si basa su una meccanica semplice ma potenzialmente interessante. Tuttavia, dopo i primi livelli, diventa evidente che SCHIM fatica a evolversi e a mantenere alto l'interesse del giocatore. La ripetitività si fa sentire presto, con puzzle che raramente riescono a stimolare davvero la mente o i riflessi.
Visivamente, SCHIM mostra lampi di creatività con il suo stile minimalista che gioca sui contrasti tra luce e ombra. Alcuni scenari, specialmente quelli notturni, riescono a catturare l'attenzione con soluzioni estetiche eleganti. La colonna sonora low-fi contribuisce a creare un'atmosfera rilassante, forse fin troppo per il bene del ritmo di gioco.
Il vero tallone d'Achille di SCHIM è la mancanza di sfida e varietà. I livelli tendono ad essere lineari e guidati, lasciando poco spazio all'esplorazione o al problem-solving creativo. Il gioco sembra più interessato a condurre il giocatore attraverso la sua narrativa visiva che a offrire un'esperienza di gameplay stimolante.
La storia che SCHIM cerca di raccontare attraverso il viaggio dell'ombra ha momenti di poesia visiva, ma spesso risulta troppo astratta e disconnessa per creare un vero coinvolgimento emotivo. Il finale, sebbene cerchi di chiudere il cerchio, lascia una sensazione di incompiutezza.
In conclusione, SCHIM è un titolo che promette più di quanto riesce effettivamente a mantenere. Nonostante alcuni sprazzi di brillantezza nel design visivo e alcune idee interessanti, l'esperienza complessiva risulta blanda e poco memorabile. Un'occasione mancata che lascia l'impressione di un potenziale inespresso.
Lingua: ITALIANO, Inglese.
Pregi:
Concept iniziale interessante
Alcuni momenti di design visivo efficace
Atmosfera rilassante
Difetti:
Gameplay ripetitivo e poco stimolante
Mancanza di vera sfida o progressione
Storia troppo astratta per risultare coinvolgente
Livelli eccessivamente lineari e guidati
Poca varietà nelle meccaniche di gioco
The Garden Path: Un'oasi di tranquillità digitale
The Garden Path è un'esperienza videoludica che si distingue nettamente dalla frenesia tipica di molti titoli moderni. Questo gioco indie, sviluppato con passione da carrotcake, ci invita a rallentare i ritmi e immergerci in un mondo incantevole fatto di giardinaggio, esplorazione e incontri bizzarri.
Il primo impatto visivo è semplicemente strepitoso. Lo stile artistico acquerellato crea un'atmosfera fiabesca, con personaggi dalle teste a forma di verdura che sembrano usciti da un libro illustrato per bambini. Ogni angolo di questo giardino virtuale è una piccola opera d'arte che invoglia all'esplorazione e alla contemplazione.
Il gameplay ruota attorno alla cura del giardino, con attività come la raccolta di piante, la pesca e l'interazione con i visitatori. Non aspettatevi però ritmi frenetici alla Stardew Valley: The Garden Path vuole che vi godiate ogni singolo momento, senza pressioni o timer incalzanti. Questa filosofia di gioco ha pregi e difetti.
Da un lato, l'approccio rilassato permette di assaporare appieno l'atmosfera e dedicarsi con calma alle varie attività. Dall'altro, la mancanza di obiettivi chiari e la lentezza generale rischiano di far perdere interesse ai giocatori abituati a stimoli costanti. Il gioco fa davvero poco per guidare il giocatore, lasciandolo spesso disorientato su cosa fare.
Un elemento interessante è il sistema delle "tonalità", che influenza la crescita delle piante e altri aspetti del gameplay. Peccato che questo meccanismo non venga spiegato adeguatamente, lasciando al giocatore il compito di scoprirne il funzionamento per tentativi.
La progressione è estremamente lenta, fedele ai ritmi reali del giardinaggio. Se da un lato questo aumenta il realismo, dall'altro può risultare frustrante per chi cerca gratificazioni più immediate. Il ciclo giorno/notte e le stagioni seguono il tempo reale, con un anno di gioco che dura 28 giorni effettivi - un'idea affascinante sulla carta, ma che rischia di diluire eccessivamente i contenuti.
Purtroppo, almeno nella versione per Nintendo Switch, The Garden Path soffre di alcuni problemi tecnici che ne minano parzialmente l'esperienza. Controlli poco intuitivi, caricamenti frequenti e qualche bug di troppo rischiano di spezzare quell'atmosfera rilassante che il gioco si sforza di creare.
In conclusione, The Garden Path è un'esperienza di nicchia che piacerà soprattutto a chi cerca un'alternativa zen ai classici life simulator. La sua estetica incantevole e l'atmosfera rilassante sono il suo punto di forza, ma la lentezza estrema e la mancanza di una vera progressione rischiano di allontanare buona parte dei giocatori. Se amate prendervi cura di un giardino virtuale senza pressioni, dategli una chance. Se invece cercate stimoli costanti, meglio guardare altrove.
Lingua: Inglese, Francese, Spagnolo.
Pregi:
Stile artistico incantevole
Atmosfera rilassante
Meccaniche originali come il sistema delle "tonalità"
Difetti:
Ritmo estremamente lento
Mancanza di obiettivi chiari
Scarsa guida per il giocatore
Magical Delicacy: Un Delizioso Mix di Magia e Cucina
Immaginate di prendere un classico metroidvania, aggiungere una generosa dose di simulatore di cucina, e condire il tutto con un pizzico di magia. Il risultato? Magical Delicacy, un gioco che riesce a fondere questi elementi in un'esperienza unica e avvincente.
Nei panni di Flora, una giovane strega aspirante cuoca, vi ritroverete nella pittoresca città portuale di Grat. Il vostro obiettivo? Aprire un negozio di delizie magiche e svelare i misteri che circondano la città. Sembra semplice, vero? Beh, preparatevi a ricredervi.
Magical Delicacy brilla per la sua originalità. Il connubio tra esplorazione in stile metroidvania e meccaniche di cucina è realizzato con maestria. Dovrete raccogliere ingredienti, sperimentare ricette e utilizzare i vostri manicaretti per sbloccare nuove aree della mappa. È un loop di gameplay affascinante che vi terrà incollati allo schermo per ore.
L'aspetto visivo è un vero piacere per gli occhi. La pixel art dettagliata crea un mondo vivace e pieno di personalità. Vedrete Flora saltellare tra piattaforme, interagire con oggetti e cucinare in una cucina sempre più attrezzata. Tutto è reso con cura e attenzione ai dettagli.
Il sistema di cucina è sorprendentemente profondo. Non aspettatevi di premere semplicemente un pulsante e ottenere un piatto pronto. Dovrete macinare, tagliare, cuocere e combinare gli ingredienti con precisione. Questa complessità rende ogni ricetta una piccola sfida da superare.
Tuttavia, Magical Delicacy non è privo di difetti. Il gioco può risultare ostico all'inizio, lasciandovi spesso senza indicazioni su come procedere. La mancanza di una mappa dettagliata e di obiettivi chiari può frustrare i giocatori meno pazienti. Inoltre, alcuni potrebbero trovare i tempi di attesa durante la cottura un po' troppo lunghi.
Un altro aspetto controverso è la gestione del negozio. Sebbene sia un'idea interessante, nella pratica risulta poco sviluppata e non offre grandi soddisfazioni.
Lingua: Inglese, Francese, Tedesco.
Pregi:
Fusion originale di metroidvania e simulatore di cucina
Grafica pixel art accattivante e dettagliata
Sistema di cucina profondo e coinvolgente
Mondo di gioco ricco di segreti da scoprire
Difetti:
Mancanza di indicazioni chiare, può risultare frustrante all'inizio
Tempi di attesa a volte eccessivi durante la cottura
Sistema di gestione del negozio poco sviluppato
In conclusione, Magical Delicacy è un gioco che richiede pazienza e dedizione, ma ripaga con un'esperienza unica nel suo genere. Se amate esplorare, sperimentare in cucina e non vi spaventate di fronte a qualche momento di confusione iniziale, questo titolo vi regalerà decine di ore di divertimento. È come un buon piatto gourmet: richiede tempo e impegno, ma il risultato finale è decisamente appagante.
Vampire Therapist: Quando l'immortalità ha bisogno di una seduta
Chi l'avrebbe mai detto che anche i vampiri potessero aver bisogno di una terapia? È questa la premessa, tanto bizzarra quanto intrigante, di Vampire Therapist, visual novel sviluppata da Little Bat Games che ci mette nei panni di Sam, un cowboy vampiro redento deciso a dedicarsi alla salute mentale dei suoi simili non-morti.
Il gioco brilla per la sua scrittura arguta e spesso esilarante, che riesce nell'impresa non facile di affrontare tematiche serie come la salute mentale con un tono leggero ma mai irrispettoso. I personaggi che incontreremo, provenienti da epoche e background diversissimi, sono caratterizzati con cura e risultano memorabili nelle loro peculiarità e nei loro "disturbi" secolari.
Dal punto di vista del gameplay, Vampire Therapist si presenta come una classica visual novel con elementi interattivi. Dovremo analizzare i discorsi dei nostri pazienti, identificare le loro distorsioni cognitive e scegliere le risposte più appropriate. Il sistema è solido e coinvolgente, anche se a volte un po' rigido nel voler aderire ai principi reali della terapia cognitivo-comportamentale.
Uno dei maggiori pregi del gioco è senza dubbio il comparto audio, con un cast di doppiatori di prim'ordine che dà vita ai personaggi in modo eccellente. Peccato per qualche piccolo problema di sincronizzazione audio-testo che speriamo venga presto corretto.
La direzione artistica è accattivante, con character design ben curati che si sposano alla perfezione con l'atmosfera gotica e un po' kitsch del gioco. Certo, l'aspetto statico tipico delle visual novel si fa sentire, ma la qualità delle illustrazioni compensa ampiamente.
Vampire Therapist non è esente da difetti: la struttura delle sessioni di terapia può risultare un po' disgiunta e artificiale a volte, e i minigiochi inseriti sembrano più che altro riempitivi superflui. Inoltre, l'eccessiva aderenza al gergo terapeutico rischia in certi momenti di appesantire i dialoghi.
Nonostante queste piccole sbavature, Vampire Therapist si rivela un'esperienza originale e divertente, capace di farci riflettere sulle nostre insicurezze mentre ridiamo di quelle di vampiri centenari. Un esperimento riuscito che dimostra come si possa parlare di temi importanti anche attraverso premesse assurde. Se amate le visual novel con un tocco di follia, non lasciatevelo scappare!
Lingua: Inglese.
Pregi:
Scrittura brillante e personaggi memorabili
Ottimo doppiaggio
Direzione artistica accattivante
Affronta temi seri in modo originale e divertente
Difetti:
Struttura delle sessioni a volte un po' disgiunta
Minigiochi superflui
Dialoghi talvolta appesantiti dall'eccesso di gergo terapeutico
Bentornato! E con quella roba li di vampiri che potrebbe interessarmi. È solo su Steam?
Argomento PS5 io mi astengo perché le ultime due generazioni sono stato un XBro (come si diceva una volta) ma personalmente ritengo che sia stata presentata principalmente per svuotare i magazzini dalle scorte (che ora vende in positivo dopo tutte le varianti uscite, e in più cominciano a vendere anche loro come Microsoft direttamente le refurbished) e contemporaneamente titillare quelli che vogliono la grafica super ma non vogliono o non possono prendere il PC, ma forse ho già scritto tutto questo 😁
In ogni caso welcome back!