Nel panorama videoludico, i titoli indie rappresentano un'alternativa fresca e piuttosto invitante. Sviluppati da piccoli team o in alcuni casi da un solo individuo, questi giochi si differenziano non solo per la dimensione, ma anche per vari aspetti che li rendono unici e molto apprezzati. Non è sempre oro ciò che luccica, però. Vediamo insieme i pro e i contro dei giochi indie, dal punto di vista di un giocatore.
Iniziamo con i pro. Sorprendente, spesso, è l'originalità e la creatività che questi giochi riescono a trasmettere: i creatori indie hanno una libertà invidiabile dagli sviluppatori di giochi mainstream, che spesso devono adeguarsi alle pretese del mercato. Ciò porta alla sperimentazione di nuove meccaniche, tematiche, storie e contesti di gioco che risultano essere uniche e appassionanti.
Inoltre, altri punti a favore riguardano la convenienza e la comunità. I giochi indie costano generalmente meno rispetto ai titoli AAA. Questo li rende accessibili per chiunque, permettendo a più giocatori di godersi nuove esperienze. L'altro aspetto positivo è la comunità: il rapporto più diretto tra sviluppatori e giocatori, permette il nascere di community dedite e affezionate, migliorando l'esperienza di gioco complessiva.
Tuttavia, proprio come una medaglia ha due facce, anche i giochi indie presentano dei contro. Uno dei principali difetti di questi giochi può essere la qualità. La mancanza di controlli qualitativi e i ridotti budget a disposizione possono creare notevoli differenze tra un gioco e l'altro. Alcuni possono risultare dei veri e propri capolavori, altri invece potrebbero essere rilasciati con numerosi bug, una trama carente o meccaniche di gioco non proprio al top se non addirittura sgradevoli.
Un altro aspetto negativo dei giochi indie è, infatti, la mancanza di risorse. Non disponendo dei mezzi a disposizione dei grandi sviluppatori, gli indie possono presentare una grafica meno raffinata, l'assenza di un doppiaggio professionale, una quantità di contenuti più limitata e così via.
Per finire, c'è da tener conto anche della visibilità. La moltitudine di giochi indie che vengono rilasciati quotidianamente può facilmente nascondere perle di incalcolabile valore. Questo, inoltre, rende difficile il successo per i vari titoli, che rischiano di passare inosservati.
Nonostante queste considerazioni, l'esperienza unica che i giochi indie offrono rende il campo molto interessante per molti giocatori. La possibilità di trovarsi davanti a storie, tematiche e meccaniche inaspettate può essere vista come una sfida appassionante. I giochi indie, nonostante i loro difetti, hanno dunque il potenziale per offrire alcune delle esperienze di gioco più intriganti e appaganti sul mercato.
Questa settimana ho un paio di giochi di cui voglio parlare, ma anche un po’ DEVO parlarne perché ho ricevuto un codice per entrambi. Ne ho già parlato nell’ultima live di E noi giochiamo… EX sul canale di Vitoiuvara che potete trovare qua.
Il primo si chiama Verne: The Shape of Fantasy ed è una avventura in pixel art che ci vede nei panni dello scrittore Jules Verne alle prese con la mitica Atlantide e i pericoli di Hemera, un mondo parallelo creato proprio dall’immaginazione di Verne. La narrazione e la “lore” (non mi piace il termine e pare che non sia ancora stato incorporato nella lingua italiana) è ben strutturata e sviluppata sia attraverso le ambientazioni che durante le conversazioni tra i vari personaggi, alcuni dei quali tratti dai romanzi di Verne.
A livello puramente di gameplay il gioco propone diversi puzzle, tutti limitati ad aree molto piccole e circoscritte, non aspettatevi quindi dover interagire molto con l’inventario. Ci sono anche dei Quick-time Event che potete disattivare, cosa che io ho fatto quindi non posso darvi nessun feedback su questi ma mi aspetto che siano… QTE!
L’avventura si termina in poco meno di 5 ore, un pochino di più se volete cercare tutti i collezionabili (a me ne mancano circa 3) ed è un ottimo gioco ‘filler’ tra un gioco da 50 ore e uno da 120.
Il secondo gioco che sono riuscito a provare è Classified: France '44, un gioco di combattimento a turni sullo stile di X-COM ma ambientato nella Francia del 1944, precisamente 65 giorni prima del D-Day. Il nostro scopo sarà quello di indebolire le difese dell’asse per porter rendere il lavoro degli eroi dello sbarco un pochino più “facile”, sappiamo tutti che facile non è proprio la parola giusta ma passatemela. Diversamente da XCOM, potremo comporre il team, sempre di 5 persone, pescando da un pool di diversi soldati, ognuno con la propria specialità, senza il pericolo di perdere uno dei componenti della squadra in battaglia, come accade invece nel gioco di casa Fireaxis.
Il combattimento a turni è super classico senza nessun twist o cambiamento particolare rispetto a quanto potremmo trovare in altri giochi simili. Percentuali di successo a schermo, diverse armi da poter utilizzare, Action Point che vanno spesi per fare ogni azioni, compresa la ricarca dell’arma etc…
Lato UI, essendo una copia di preview visto che il gioco uscirà prossimo anno, c’erano un po’ di problemi chiaramente dovuti allo stato ancora di alpha del gioco. In linea generale comunque il lavoro che è stato fatto sia dal lato dell’interfaccia utente che della reattività del gioco, è molto buona, sicuramente andrà ancora migliorando con l’uscita finale del gioco.
Dalla wishlist con amore, parte 1.
Grazie all’ultimo ed ennesimo Steam Fest ho avuto modo di provare qualche gioco che ho in wishlist, che attualmente conta 410 giochi, per decidere se tenerli ancora in lista o cancellarli, chiaramente per fare posto ad altri 7 giochi.
Senza neanche farlo apposta ho provato quasi tutte avventure grafiche, di diverso tipo ma comunque sempre avventure.
Il primo della lista NON è un’avventura, si tratta di Train Yard Builder di cui avevo visto un trailer tempo fa e mi aveva intrgiato non poco grazie al fascino incontrastato dei plastici ferroviari. Il gioco permette di farci costruire il nostro plastico ferroviario preferito senza dover mettere mano al portafogli reale, se non per il costo del gioco, e senza obbligarci a comprare una nuova casa con una stanza in più dedicata al plastico. Tutto molto bello se non fosse che il gioco non è per niente divertente o soddisfacente, l’interfaccia legnosa e la grafica non eccezionale hanno constribuito alla decisione di toglierlo dalla wishlist.
Ho proseguito i test con un paio di giochi che invece sono rimasti in wishlist serenamente, parlo di Last Train Home e American Arcadia.
Il primo è uno stragetico che mescola il genere RTS con uno strategy/survival e ci vede impegnati nel riportare a casa uno squadrone di soldati Cecoslovacchi a bordo di un treno blindato. La parte strategica ci vede impegnati nel far viaggiare il treno verso Mosca per poi proseguire nella tundra siberiana, in questo frangente dovremmo decidere a che velocità far andare il treno e in base a questa consumeremo più o meno carbone ma saremo anche soggetti a pericoli di vario tipo e potremmo anche mandare in missione le nostre truppe per recuperare cibo, armamenti e tutto il necessario alla sopravvivenza del gruppo. Lungo il tragitto faremo poi incontri importanti che porteranno avanti la storia della nostra squadra, sia a livello generale sia dei singoli componenti. Quest’ultima molto importante e anche molto ben realizzata con background diversi per ogni componente della squadra che andranno a intrecciasris e a migliorare o peggiorare l’umore e le skill di ogni componente.
American Arcadia è invece “un rompicapo cinematografico che combina platformer 2.5D e gioco in prima persona per raccontare la storia di una fuga emozionante”. L’impatto visivo e, come giustamente recita la descrizione ufficiale del gioco, cinematografico è incredibile, impeccabilmente realizzata. I puzzle potrebbero essere di qualità altalenante, uno dei primi ci vede costretti al classico spostamento della cassa per raggiungere un livello più alto, non benissimo; il puzzle successivo in 3D molto più carino. La demo è abbastanza corta ma la storia, scritta sulla falsariga di Truman’s Show, mi ha convinto a tenere il gioco in wishlist.
Finisce la prima parte di questo specialino dedicato ai giochi che ho in wishlist e che ho provato durante lo Steam Next Fest. Non mancare per la seconda parte tra un TOT di giorni. tòt agg. indef. [dal lat. tot]. – Tanti, riferito a una cifra che non si precisa ma che si considera come dato fisso.
A bientôt!