Sviluppatore: Madfinger Games
Editore: Madfinger Games
Prezzo: €35-100 (4 edizioni diverse)
Modalità: Multiplayer online (1-4 giocatori)
Disponibile su: Steam (Early Access)
Vi piacciono gli extraction shooter? Amate il realismo tattico fino al midollo? Allora preparatevi a Gray Zone Warfare, un titolo che promette di portare il genere verso nuovi livelli di autenticità… quando funziona. Perché sì, questo è uno di quei casi dove l’ambizione supera di gran lunga l’esecuzione.
Un Vietnam moderno che sa di nostalgia
Ambientato in una fittizia isola del sud-est asiatico che ricorda tantissimo il Vietnam, Gray Zone Warfare vi catapulta nei panni di contractors militari privati impegnati in missioni ad alto rischio. L’estetica anni '70 è azzeccata: dalle armi d’epoca ai paesaggi tropicali, tutto trasuda quella sensazione di conflitto dimenticato che ha reso iconici film come Apocalypse Now.
La mappa di oltre 40 chilometri quadrati è veramente impressionante: giungle lussureggianti, villaggi abbandonati, risaie che si estendono a perdita d’occhio. Nonostante l’assenza di veicoli guidabili, gli sviluppatori sono riusciti a creare un mondo che non sembra mai vuoto, con una progressione naturale della difficoltà che vi spinge sempre più in profondità nel territorio nemico.
Il Realismo che divide
Qui arriviamo al cuore pulsante (e problematico) di Gray Zone Warfare: il sistema di danno realistico. Dimenticate gli hit point tradizionali - ogni colpo conta davvero. Un proiettile alla testa o al petto può essere letale istantaneamente, mentre le ferite agli arti vi lasceranno sanguinanti e menomati. È affascinante in teoria, frustrante in pratica.
Dopo 600 ore di gioco (non mie eh), alcuni giocatori sono ancora palesemente innamorati di questi momenti cinematografici: salvataggi dell’ultimo minuto, collaborazioni spontanee, situazioni da film d’azione. Ma la realtà è che spesso vi ritroverete a trascinare il vostro personaggio ferito verso l’estrazione dopo il primo scontro, pregando che le bende bastino a tenervi in vita (questa è stata la mia esperienza).
Armi: Un sogno per gli appassionati, un incubo per i novizi
Se siete il tipo di persona che sa la differenza tra un 7.62 parabellum e un full metal jacket, Gray Zone Warfare è il vostro paradiso. La personalizzazione delle armi è maniacale: potete smontare un M4 pezzo per pezzo, sostituire canne, ottiche, impugnature. Ogni componente ha le sue specifiche reali e dovete persino comprare separatamente gli attacchi per le ottiche.
È impressionante quanto frustrante. Il gioco non si degna di spiegarvi nulla, assumendo che siate già esperti di armamenti militari. Volete usare proiettili hollow point contro nemici senza armatura? Bene, ma prima dovrete capire da soli come funziona tutto il sistema. È come essere buttati in un negozio di armi senza manuale di istruzioni.
La comunità che salva il salvabile
Paradossalmente, una delle cose migliori di Gray Zone Warfare è la sua comunità. I giocatori si sono organizzati per creare sistemi di scambio chiavi (necessarie per aprire porte di missioni specifiche), condividono strategie e si supportano a vicenda. È il classico caso di una playerbase che riesce a trasformare i difetti del gioco in opportunità sociali.
I problemi che non si possono ignorare
Gray Zone Warfare soffre di tutti i mali tipici dell’Early Access, amplificati da scelte discutibili di design:
Sistema di elicotteri: Solo quattro elicotteri per fazione significano attese infinite per l’estrazione. Niente di più frustrante che completare una missione e dover aspettare 15 minuti per tornare alla base.
Monetizzazione discutibile: Quattro edizioni diverse (€35-100) che offrono vantaggi di equipaggiamento. Con i reset completi previsti per gli aggiornamenti, chi paga di più avrà sempre un vantaggio.
Fazioni mal implementate: Scegliere una fazione è permanente ma praticamente insignificante, se non per il fatto che divide i gruppi di amici che hanno fatto scelte diverse.
Pregi e Difetti
Cosa funziona:
Atmosfera e ambientazione convincenti
Momenti di tensione genuinamente eccitanti
Sistema di danno realistico
Personalizzazione armi incredibilmente dettagliata
Mappa vasta e ben progettata
Comunità supportiva e attiva
Cosa non funziona:
Stabilità tecnica non ancora al top
Hit registration imperfetta
Sistema di tutorial inesistente
Tempi di attesa, a volte, eccessivi per elicotteri
Monetizzazione pay-to-win
Bilanciamento delle zone di atterraggio
Verdetto
Gray Zone Warfare è un titolo che divide. Da un lato, offre momenti di pura adrenalina tattica che pochissimi giochi riescono a eguagliare. Dall’altro, è un cantiere aperto che richiede pazienza infinita e tolleranza per frustrazioni tecniche.
Se siete veterani del genere tattico, disposti a sopportare qualche bug e attese in nome di un’esperienza autentica, potreste trovare il vostro nuovo gioco del cuore. Se cercate qualcosa di più accessibile e rifinito, aspettate almeno qualche aggiornamento importante.
È come il panino dello zozzone di periferia: non sarà perfetto, ma se avete fame, può accompagnare solo. Il problema è che a 35-100 euro, ci si aspetterebbe almeno che non vi cada in pezzi tra le mani.
Voto: 6.5/10 - Ambizioso ma acerbo, promettente ma frustrante.